Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto è una delle sante più celebri dell’Occidente, nonostante la sua identità storica sia piuttosto incerta. Nel corso del tempo il culto verso la santa è cresciuto così tanto da diventare uno dei più popolari in Europa, soprattutto nel tardo Medioevo.

L’immensa popolarità della sua popolarità è attestata dalle innumerevoli opere artistiche e letterarie che la vedono protagonista, così come le abbazie, le chiese e i conventi che le sono stati dedicati in tutta Europa.

Oggi vogliamo portarti alla scoperta di questa figura amata dai fedeli. Continua a leggere!

Cosa sappiamo di Santa Caterina?

Secondo le fonti a noi note, Santa Caterina è stata martirizzata ad Alessandria d’Egitto nei primi anni del IV secolo. In realtà, la Passio greca che narra il suo martirio risale alla metà del X secolo, quindi molto più antica. Ci sono circa seicento anni che separano gli eventi biografici che riguardano Caterina dalla tradizione manoscritta che ce li tramanda. Ecco perché non è così semplice riuscire a collocarla in un periodo storico ben definito.

La Passio greca è stata rielaborata e ampliata, alcune informazioni sono state omesse, alcuni episodi sono stati aggiunti e per questo possiamo trovare numerose versioni conservate nella tradizione latina fin dal XI secolo.

Inoltre, come accade in Passiones di altre sante martiri vergini del IV secolo, anche nel caso di Santa Caterina d’Alessandria molti fatti raccontanti appartengono più al mito che alla storia vera e propria. Fino a quando non si troveranno altre prove documentarie che confermano la sua storia, la leggenda di Santa Caterina rimarrà avvolta in un suggestivo mistero.

Chi era Santa Caterina?

Caterina era una ragazza di una bellezza rara che dedicò la sua vita allo studio della filosofia e delle arti liberali. In seguito alla morte del padre, la giovane si convertì al cristianesimo e si rifiutò di offrire sacrifici agli idoli pagani. Nel frattempo, l’imperatore Massenzio, rapito dalla sua bellezza ed eloquenza, decise di sottoporla a una disputa con alcuni dei saggi filosofi più conosciuti in Egitto e che, dopo aver parlato con Caterina, si convertirono a loro volta al cristianesimo.

Visto l’esito, Massenzio era furioso e si sentì messo in ridicolo dalla ragazza, così le offrì la salvezza a condizione che si concedesse a lui e rinunciasse al suo credo. Poiché la giovane rifiutò l’offerta venne imprigionata per dodici giorni senza acqua ne cibo.

Durante la prigionia Caterina ricevette la visita dell’imperatrice accompagnata da Porfirio, il capitano della guardia imperiale. Caterina li convertì al cristianesimo inseme a duecento soldati. Anche con il digiuno e il freddo, Caterina rimase bella e fresca come una rosa, grazie all’aiuto di un angelo, che in altre versioni è una colomba, che ha provveduto al suo nutrimento. Per provare la giovane ragazza, Massenzio decise di sottoporla alla tortura della duplice ruota dentata, diventato poi il suo attributo iconografico. La ruota però non la sfiorò poiché un angelo la spezzò con la spada. A questo punto l’imperatore ordinò che fosse decapitata ma, una volta giunta sul luogo dell’esecuzione, Caterina rivolse a Dio le sue preghiere prima di morire. Con la prima preghiera chiese che il suo corpo venisse sepolto e non smembrato in reliquie. La seconda preghiera era la richiesta al Signore di esaudire tutte le preghiere rivolte a lui tramite il nome di Santa Caterina.

La giovane fanciulla venne decapitata e dalla sua ferita uscì latte invece che sangue. Una schiera di angeli trasportò il corpo nel monastero del Monte Sinai e poco dopo dalla sua tomba iniziarono a fuoriuscire latte e olio con la capacità di guarire ogni male.

Secondo la tradizione, verso la metà dell’XI secolo le sue reliquie furono miracolosamente trasferite a Rouen dal santo monaco sinaita Simeone e deposte nell’abbazia benedettina della Santissima Trinità, che prese poi il nome della santa.

Quando si festeggia Santa Caterina?

Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto si festeggia il 25 novembre. In Italia è patrona di numerosi comuni come ad esempio Abbasanta, Brissogne, Castellino di Moncalvo, Comunanza, Deruta, Ferrara di Monte Baldo, Guastalla, Locri, Mores, Paceco, San Giovanni Ilarione, San Pietro Clarenza (Catania), Santa Caterina dello Ionio, Santa Caterina di Lusiana, Santa Caterina Villarmosa, Santa Caterina (Nardò), Stanghella, Viggianello, Caprioli di Pisciotta, solo per citarne alcuni.

È festeggiata anche a Novi Ligure, a Rivoli (il lunedì più vicino al 25 novembre) e a Cortemilia.

Santa Caterina è compatrona insieme a San Michele Arcangelo, di Grammichele (Catania) e con San Marco Evangelista di Cellino San Marco dove da secoli, in occasione del suo anniversario, si svolge una grande fiera conosciuta in tutto il Salento come “la fera te lu cappottu”.

Vista la sua predisposizione verso la filosofia e l’arte, Santa Caterina è diventata la protettrice degli studenti di filosofia, teologia e universitari in genere. Inoltre, è patrona dello “Studio dei legisti” (la moderna Giurisprudenza) dell’Università di Padova e dell’Università di Siena. L’Università di Padova presenta nel sigillo la santa con la ruota del martirio e con accanto a Gesù. Anche l’Università di Siena presenta l’immagine stilizzata, di Santa Caterina di Alessandria.

Nel XIII secolo Santa Caterina d’Alessandria venne proclamata patrona dell’Università della Sorbona di Parigi, i cui teologi e filosofi la celebravano con una processione nella chiesa annessa al priorato di Sainte-Catherine-de-la-Couture.

Il culto di Santa Caterina nell’arte

Visto il fascino legato al culto di Santa Caterina d’Alessandria nel corso dei secoli sono stati prodotti numerose opere iconografiche in tutta Europa. Pittori come Masolino, Raffaello, Caravaggio, Tintoretto, Correggio, Crivelli, Simone De Magistris hanno realizzato immagini sacre di estrema bellezza, su commissione agostiniana per la maggior parte.

Santa Caterina d'Alessandria d'Egitto

Fra i tratti iconografici che rappresentano la santa vi è innanzitutto l’ampia toga dei filosofi come esprimono tipicamente i pittori appartenenti alla scuola giottesco-riminese nella Basilica di San Nicola da Tolentino. Inoltre, Santa Caterina d’Alessandria viene rappresentata con la corona sulla testa e con abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. La palma è il simbolo del suo martirio mentre il libro ricorda la sua sapienza e il suo ruolo di protettrice degli insegnanti, degli studi e degli Ordini religiosi come i Domenicani e gli Agostiniani.

Infine la spada è l’arma che le tolse la vita, ma sopratutto la duplice ruota, ovvero lo strumento del martirio che viene posizionata in genere in mano alla santa, oppure ai piedi o ai lati della figura, sono due elementi piuttosto diffusi nella sua rappresentazione iconografica.

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