Madre Teresa di Calcutta è stata il simbolo della carità. Ha dedicato la sua vita al bisogno dei più deboli e dei poveri diventando un esempio da seguire e di ispirazione per tutto il mondo. La fede, attraverso la quale l’uomo si affida completamente a Dio, la speranza, nei confronti di una vita eterna e l’impegno di meritarsela, e la carità, come promessa, come punto di partenza e di arrivo di tutte le virtù.

La carità è quella virtù in nome della quale l’uomo ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stesso. Non c’è nulla di più grande per un cristiano.

Possiamo seguire l’esempio di Madre Teresa per comprendere come sia possibile portare alla luce questa virtù e farne lo scopo della vita.

Madre Teresa sarà ricordata per sempre per la sua volontà instancabile di portare aiuto al prossimo, ai poveri, ai diseredati. Oggi è una santa, oggetto di devozione nel mondo, una delle figure più importanti nella storia moderna, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti ed è stata premiata con il Nobel per la pace.

Lei era una semplice donna, una persona umile che ha scelto di donare la propria esistenza al prossimo. Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, il vero nome di Santa Teresa di Calcutta, era di origine albanese. Ha avuto un’infanzia difficile, segnata dalla morte prematura del padre. Fin da piccola ha sentito una propensione naturale alla carità e alle opere di misericordia. All’età di diciotto anni prese i voti e dopo una breve permanenza in Irlanda e Inghilterra venne inviata nelle missioni in India. Lei che fin da bambina aveva mostrato il suo amore per questa terra, dimostrato anche dalla frequente corrispondenza con i missionari gesuiti nel Bengala.

In India, la santa visse tra Calcutta e Darjelling, dedicandosi alla preghiera e alla carità fino a quando, nell’agosto del 1946, durante gli scontri indipendentisti che insanguinarono Calcutta, ricevette la Chiamata. In quel momento capì di dover lasciare la vita tranquilla del convento per scendere nelle strade e immergersi nella povertà.

Da quel momento, andando contro alla chiesa stessa, iniziò la sua missione: abbandonò il velo nero e ricevette la cittadinanza della neo-indipendente Repubblica Indiana. Il suo esempio venne seguito da altri e intorno a lei si venne a creare una rete di volontari sempre più fitto. Ognuno di loro aveva un compito: c’era chi si occupava di distribuire il cibo, chi all’assistenza dei malati, che all’insegnamento.

Era il 1950 quando Madre Teresa fondò le Missionarie della carità, una congregazione dedita alla misericordia e alla cura dei poveri. La veste tipica era un sari bianco a strisce azzurre, i colori della casta e degli Intoccabili.

Poco a poco l’influenza della santa divenne sempre più intensa attirando l’attenzione dei media di tutto il mondo. Grazie all’aiuto di personalità locali e straniere riuscì ad aprire centri di accoglienza e cura dei poveri e dei malati.

Rimase alla guida della congregazione finché la salute glielo permise e continuando a prestare servizio fino a quando riuscì a farlo. Morì a Calcutta all’età di 87 anni. Per lei, Papa Giovanni Paolo II ottenne un processo di beatificazione speciale solo dopo due anni dalla sua morte.

Cos’è la carità?

Molto spesso commettiamo l’errore di confondere la carità con il gesto di fare elemosina. Come abbiamo detto, la carità è qualcosa che va oltre, è una virtù che porta ad amare il prossimo come sé stesso. È lo stesso Gesù a comunicare questo nuovo comandamento ai discepoli: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi.  Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.” (Gv 13,31-33a.34-35)

Possiamo dire che la carità è prima di tutto amore. Un amore per gli altri, per chi è vicino e per chi non lo è, per chi ha bisogno di aiuto e di amore. Un sentimento gratuito, offerto, autentico in nome di Gesù, sempre con il sorriso sul volto e il cuore colmo di felicità.

Ecco perché c’è molta differenza tra carità ed elemosina. La carità non significa dare qualche moneta trovata per caso nelle tasche. Significa essere accoglienti, disponibili, trovare tempo, energie e risorse per aiutare gli altri anche togliendolo da noi stessi.

L’opera di carità di Madre Teresa di Calcutta

Madre Teresa è il vero grande esempio di carità. Lei era solita intrattenere rapporti con re e capi di stato, collaborava con personalità locali e straniere per aprire e gestire i centri di accoglienza e cura per i bisognosi. Grazie alla sua sconfinata opera di misericordia, la sua carità non era fatta solo di preghiera ma soprattutto di azione. Il lavoro di Madre Teresa di Calcutta era quello di denunciare le azioni che determinavano le situazioni di degrado e sofferenza.

Incontro Madre Teresa di Calcutta e Presidente Reagan
Incontro Madre Teresa di Calcutta e Presidente Reagan

Il suo operato era instancabile, lottava contro l’ipocrisia di chi preferisce voltarsi dall’altra parte, nascondendosi dietro scuse e senza riconoscere la propria responsabilità e il proprio egoismo.

L’atteggiamento della santa è guidato dalla piena presa di coscienza del nuovo comandamento di Gesù. Lo ha vissuto sulla propria pelle, giorno dopo giorno, fino alla sua morte. Amava chiunque capitasse davanti al suo cammino proprio come lo avrebbe amato lo stesso Gesù, perdonandolo, accogliendolo e prendendosi cura di lui come un figlio o un fratello.

L’immagine della santa è simbolo di grandezza. Per questo motivo molti fedeli scelgono di accogliere un’immagine iconografica all’interno della propria casa e ricordare cosa significa essere caritatevoli. Sul nostro sito puoi trovare numerose statue che la raffigurano. Visita la pagina dedicata alle statue delle sante e scegli la rappresentazione di Madre Teresa di Calcutta!